la Rivista il Movimento i libri

 

Indice Orientamenti

 

 

Anno XI - 2008 - n° 1-2

Sommario:

Nicola Cospito - Perchè un libro bianco?
Massimo Tirone - I bombardieri come arma strategica
Filippo Giannini - Foggia "città martire" - "finis europae"
Mauro Franciolini - I bombardamenti dei "liberatori"
da RAI3 - Grosseto, lunedì di pasqua 1943: la strage delle giostre
da "Rinascita" - Il martirio di Genova
da RAI3 - La distruzione di Castelnuovo al Volturno per esigenze di copione
Fulvio Farba - Ricordiamo i piccoli caduti di Gorla
Adriano Rebecchi - Le stragi dimenticate: Lago Maggiore, settembre .44.
Giani Leandro - Impruneta: la polemica bombardamento alleato
da "ACTA" - Duello aereo sui cieli di Sant'Andrea
Nino Arena - Vi presentiamo "Pippo" il misterioso aereo notturno sulla RSI
da internet:
I bombardamenti anglo-americani sull'Italia, 1943-45
Il bombardamento di Foggia
Il bombardamento di Roma il 19 luglio 1943
I bombardamenti alleati sull'aeroporto vicentino Del Molin
Il bombardamento di Napoli
I crimini impuniti
La distruzione dell'Abbazia di Montecassino

 

 

L'EDITORIALE
Perché un libro bianco?

Nicola Cospito

 

Negli ultimi anni fior di trasmissioni televisive, più o meno attendibili, più o meno serie, si sono occupate degli avvenimenti della seconda guerra mondiale. "La storia siamo noi" "Correva l'anno", ad esempio, tanto per citare alcune tra le più recenti. Sul piccolo schermo si sono rincorse incessantemente le biografie politiche di vari personaggi o le immagini dei campi di concentramento, quelle delle foibe carsiche con le loro immani tragedie e i loro morti, morti di fame, morti ammazzati. Gli italiani sono stati informati a dovere e più del giusto degli orrori della guerra e hanno negli occhi le foto ormai stereotipate del ghetto di Varsavia o della ritirata di Russia, dei combattimenti in nord Africa e dello sbarco alleato in Sicilia o a Salerno. Poco o niente invece sanno di quanto accaduto nelle città meridionali come in quelle settentrionali negli anni del conflitto, soprattutto a partire dal 1943. Ci sono infatti morti di cui non si parla, morti dimenticati sui quali è stata volontariamente e ragion veduta stesa una spessa cortina di silenzio. Questi sono i caduti civili, le tantissime vittime che persero la vita sotto le macerie dei loro palazzi, delle loro case, delle loro abitazioni, a causa dei bombardamenti indiscriminati condotti a tappeto dagli angloamericani con i loro B17 e i famigerati "Liberators".
Quasi tutte le città italiane vennero colpite. Tra le altre Milano, Genova, Verona, Napoli, Torino, Firenze, Parma, Pisa, Roma, Treviso, Taranto, Cosenza, Messina, Paternò, Novara, Foggia, Salerno, Crotone, Viterbo, Avellino, Lecce, Bari, Orte, Cagliari, Carbonia, Civitavecchia, Benevento, Frascati (rasa al suolo), Pescara soffrirono gli attacchi proditori anglo-americani con migliaia di morti ovunque. Si calcola che solo gli inglesi sganciarono sulla penisola circa 2.740 tonnellate di bombe, mentre gli americani oltre 200.000. Un inferno di fuoco, di metallo, di carne bruciata. Tra tutte le città italiane, quella che in percentuale in relazione al numero degli abitanti, ebbe il massimo numero di vittime fu Foggia. Nel tremendo bombardamento del 22 luglio 1943 settantuno "Fortezze" americane, appartenenti al 97° ed al 99° Gruppo, colpirono tutta l'area cittadina. Solo nella giornata del 19 agosto 1943, centosessantadue "Fortezze" e settantuno "Liberators" sganciarono sulla città 586 tonnellate di esplosivo. Tra il 28 maggio, data del primo attacco, e il 18 settembre 1943 si calcola che le vittime furono 20.241. Non contenti dei danni provocati, i «liberatori», eccitati dalla loro onnipotenza, si accanivano con inaudita ferocia scendendo a bassa quota per mitragliare non solo i militari ma chiunque, uomo, donna o bambino che fosse, si trovasse a camminare per strada. Nemmeno i viottoli di campagna furono risparmiati.
È lecito domandarsi dunque il perché di questo silenzio anche se la risposta è facile quanto amara.
I governi che si sono succeduti in questo paese dalla fine della guerra, hanno sempre manifestato una linea politica filoamericana, becera e ottusa fino alla stupidità. Una scelta questa che ha portato l'Italia anche negli anni recenti dell'amministrazione Bush a macchiarsi di complicità nelle guerre di aggressione all'Afghanistan e all'Iraq. Quest'ultimo paese è stato in pratica raso al suolo. I politici italiani ben volentieri per non dispiacere ai loro amici di Oltreoceano, hanno chiuso gli occhi su quella che è stata una tragedia nazionale di portata epocale Un fatto che dimostra la sudditanza nei confronti di un imperialismo, quello yankee, che senza ragione visto che la guerra fredda è finita da un pezzo, dispone sul nostro territorio nazionale di 113 basi militari e che nella base di Cameri sta procedendo alla progettazione dell'F35, un pericolosissimo e ultramoderno aereo da combattimento da utilizzare in futuro per continuare a bombardare le popolazioni inermi, esattamente come avvenne negli anni 1943-1945. Gli americani senza guerra non sanno stare e la vendita di armi è una delle loro principali fonti di arricchimento.
Per attrarre l'attenzione della pubblica opinione e soprattutto dei giovani sui bombardamenti criminali effettuati dagli anglo-americani nel nostro paese, un gruppo di cittadini del Nord, del Sud e del Centro dell'Italia ha costituito un comitato promotore, il "Comitato per Foggia città martire e per la istituzione di un giorno del ricordo per commemorare i caduti civili".
Questo comitato, che solo su Internet ha raccolto centinaia di adesioni di professori universitari, professionisti, musicisti, artigiani, casalinghe, studenti e semplici cittadini, si è rivolto anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano senza peraltro ricevere alcuna risposta. Non che ci si fosse illusi. Sappiamo che Napolitano non è di fatto il Presidente di tutti gli italiani, ma solo di quelli che si riconoscono nell'Italia nata l'8 settembre e il 25 aprile. Napolitano di fatto non è il nostro presidente, e la nostra missiva mirava proprio a dimostrare come proprio a partire dal Presidente della Repubblica, tutta la classe dirigente di questo nostro sventurato paese, non conosce il sentimento della dignità e il rispetto per la verità storica. La non risposta di Napolitano ci ha dato conferma delle nostre ragioni. E proprio le nostre convinzioni di ristabilire la verità storica e di promuoverne la conoscenza ci spingeranno ad un'azione sempre più efficace ed incisiva di cui questo libro bianco è solo una delle prime iniziative. Un'azione che ha come primario obiettivo, proprio partendo dal martirio di Foggia, l'istituzione di una data della memoria, non di questi o di quelli, ma dei caduti italiani.

Nicola Cospito