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Indice Orientamenti

 

Anno IV - 2001 - n° 5-6

Sommario:


Volare alto! * Nicola Cospito

Romanità e cristianesimo * Andrea Monastra

Integralismo islamico ed antiamericanismo * Alberto Spera

Il ternario nella Tradizione * Luca Valentini

Qualche volta i sogni si trasformano in realtà * La primula nera

Alcune noterelle intorno al tabù del razzismo * Giovanni Perez

Attualità del pensiero legionario * Danilo Zongoli

Menzogna e dramma la lunga strada del "davai"! (avanti"!) * Filippo Giannini

Le mode come avanguardia della globalizzazione del nulla * Pino De Rosa

Riflessioni: noi e l’Islam * Andrea Monastra

Il mondo in pericolo * John Kleeves

Un personaggio da scoprire: Walter Darrè

Paul Rassinier

Concorso Petru Maior XI edizione

 

 

L'EDITORIALE:

Volare alto!

Non si tratta di formare il Partito di questo o di quello ma di costruire il Movimento di tutti i militanti che vogliono scrivere una nuova pagina nella storia d'Italia

Nicola Cospito

 

Se c'è un termine per definire il quadro odierno della politica italiana, becero ci sembra ancora troppo benevolo e positivo. Sapevamo già quanto fosse ottuso il governo del paese uscito dalle elezioni del 13 maggio scorso, quanto arraffazzonato con uomini di nessun talento, nominati ministri per il solito gioco della spartizione di posti, quanto orientato in senso conservatore, a tutela degli interessi degli industriali e dei finanzieri, in nome di un misticismo liberista e globalizzatore che sta spazzando via quanto restava dello Stato sociale. Quindi nessuno stupore.

L'abbattimento delle strutture pubbliche sembra essere la parola d'ordine che muove il governo di centro-destra che continua l'opera iniziata dal centro-sinistra. Pensiamo alla scuola, alla sanità, ai trasporti, alla giustizia, ai provvedimenti demenziali del ministro Moratti che si è sentita in dovere, al pari e sull'esempio dei suoi predecessori D'Onofrio, Berlinguer, De Mauro, di infliggere un altro duro colpo alla scuola pubblica italiana modificando le norme che regolano le supplenze, cosa che penalizza in particolare gli studenti, almanaccando sugli esami di maturità che ormai, ridotti come sono con disposizioni a dir poco sciocche e insensate, non si capisce più perché debbano continuare ad esistere, imponendo attraverso la finanziaria di settembre ulteriori pesanti tagli, come se l'educazione in questo paese non fosse già ridotta all'osso, mentre invece si elargiscono a piene mani fondi ad una scuola privata che è né più né meno un diplomificio gestito esclusivamente a scopo di lucro.

Pensiamo alle nuove fasce nella sanità e ai ticket sempre più insopportabili di fronte ad una struttura pubblica, abbandonata a se stessa e che fa acqua da tutte le parti, pensiamo alle file interminabili nelle ASL che fissano appuntamenti a distanza di mesi, se non anni, obbligando di fatto i pazienti a ricorrere sempre più spesso ai privati.

Pensiamo ai trasporti sempre più cari e sempre meno agevoli, siano essi urbani, ferroviari che aerei. Mai come oggi l'aeroporto della Malpensa è diventato il simbolo dei disservizi nel settore dei trasporti, il simbolo dei simboli dell'inefficienza. Tutto questo se prima portava il marchio del centro-sinistra con D'Alema e Amato, adesso porta quello di Berlusconi, Fini, Bossi e del centro-destra.

Se poi diamo un'occhiata alla politica estera, il quadro è davvero tragico e desolante. Dopo gli attentati dell' 11 settembre, il governo del nostro paese ha mostrato tutta la sua pochezza, tutta la sua incapacità di svolgere un ruolo politico a salvaguardia dell'autonomia, della sovranità, dell'indipendenza dell'Italia dagli americani. Al contrario il servilismo più viscido e volgare è diventato la bandiera dell'intera compagine governativa. Se Berlusconi, autentico cameriere di Bush, ha pensato bene di volare a Washington per offrire servizi e prendere ordini, Alemanno non volendo essere da meno del suo capo, si è affrettato sulle colonne de "la Stampa" del 9 novembre a fare professione di filo-americanismo rilasciando la seguente dichiarazione «... Quando ero ragazzo ero antiamericano, ma poi si cresce ..."».

Nella manifestazione poi di Piazza del Popolo a Roma il 10 novembre, mentre il premier si lasciava andare allo scimmiottamento di J. F. Kennedy davanti al muro di Berlino nel 1961, pronunciando le fatidiche parole «Siamo tutti newyorkesi», fulgido esempio del più squallido provincialismo, le bandiere di Alleanza Nazionale sventolavano unite a quelle yankees e a quelle israeliane. Una kermesse che si colora di tinte fosche quando si pensa che l'intervento italiano al fianco dei nordamericani, in una guerra non nostra, né sentita dall'opinione pubblica, finisce con l'esporre irresponsabilmente il paese, le nostre città, la popolazione italiana ad attentati e vendette inopinabili e imprevedibili che potrebbero colpire oggi, domani, ma anche a distanza di anni.

Per tutte queste ragioni, vogliamo ribadire ancora una volta, se pure ce ne fosse bisogno, la nostra intransigente e irriducibile opposizione a questo governo, al suo programma, ai suoi uomini. E lo facciamo perché ogni ipotesi, sia pure remota, di accordi elettorali, periferici e tattici quanto si vuole, con gli esponenti e i partiti del Polo venga assolutamente scartata. Anzi, mai come oggi va ribadita con energia e determinazione la nostra estraneità ad uno schieramento politico che ci è ostile e al quale siamo ostili. Si consideri quanto sta avvenendo a proposito dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori che il governo di centro-destra vorrebbe eliminare. Si tratta di un atto gravissimo che mina i diritti di chi lavora, danneggia l'economia seminando incertezza, rende possibile ogni abuso e prepotenza da parte delle aziende, facilitate in questo modo nell'imporre stipendi bassi, all'insegna dello sfruttamento e nel realizzare delocalizzazioni sempre più disinvolte.

Con buona pace della cosiddetta destra sociale che non riveste altro ruolo che quello di uno specchietto per le allodole, per chi vuole dare un alibi al proprio tradimento e al passaggio nello schieramento avversario.

A fronte di tutto questo squallore, mentre la sinistra sempre più ininfluente, celebra il funerale della propria identità, mentre i no-global pur avendo ragione nell'opporsi alla globalizzazione, non ne riescono a individuare gli stretti legami con l'ideologia mondialista e mostrano tutti i loro limiti nella manifesta incapacità di andare oltre il veterocomunismo e di proporre un modello politico-sociale convincente, oggi stiamo assistendo ad una nuova ondata di fermenti nello schieramento antagonista nazionalpopolare. Le riunioni di area, le manifestazioni, i convegni, i dibattiti, i congressi, gli spettacoli musicali, le pubblicazioni si moltiplicano a vista d'occhio facendo registrare una nuova espansione delle nostre idee anche a livello giovanile -cominciamo di nuovo ad essere presenti nelle università- e suscitando nuove speranze per l'uscita dallo stato di stallo in cui versiamo da ormai troppo tempo per le cause a tutti note. A questo punto non si capisce come mai ancora si indugi sulla strada dell'unità o, quanto meno, del coordinamento di tutti i gruppi e gruppetti che popolano la nostra galassia e che hanno un potenziale umano e politico che solo unito in una medesima strategia può produrre risultati consistenti di una certa rilevanza.

L'esperienza delle elezioni politiche del 13 maggio dovrebbe aver fatto scuola. La divisione dei gruppi ha prodotto solo dispendio di energie e risultati di nessun conto. Come mai non si è riusciti a dare vita ad una rete unica con una lista comune? Un errore ancora maggiore se solo si pensa che da Rinascita, a Forza Nuova, dal Fronte Nazionale, a Fascismo e Libertà per arrivare ai Gruppi di Riscossa Europea, la linea politica è assolutamente la stessa, sia pure con le fisiologiche sfumature che pure caratterizzano due medesimi individui che ritengono di pensarla alla stessa maniera.

Ormai non è più tempo di snobismi o di riserve mentali, di personalismi e di inconciliabilità di caratteri, a meno che non si voglia fare come coloro che discettavano del sesso degli angeli mentre i turchi erano alle porte. E i turchi di oggi sono gli Stati Uniti d'America che, ahinoi, non sono fuori dall'Europa, ma l'hanno già occupata. Il problema è di mandarli via, di cacciarli definitivamente. E allora qual è il buon senso di fratelli che non riescono a mettersi d'accordo mentre estranei occupano la casa, spadroneggiando?

Per questo tra giugno e settembre è nato il Collegio Unità per la Costituente, formato per volontà e iniziativa di militanti che hanno deciso di operare trasversalmente tra tutte le organizzazioni dell'area, con la finalità di portare tutti entro breve tempo ad un Congresso Costituente in cui dovrebbero essere gettate le basi di un'unica organizzazione-federazione di gruppi per prendere iniziative in comune, per rafforzare l'espansione delle nostre idee, per dare vita a strutture cooperativistiche, per contare di più ed acquistare credibilità politica presso l'opinione pubblica, soprattutto man mano che comincia, come del resto sta già avvenendo, a rendersi conto della piega avventurista che hanno preso gli avvenimenti dopo l'ascesa di Berlusconi e dell'assurda politica antisociale del governo di centro-destra.

Dal canto suo Orientamenti farà la sua parte. Da un lato come organo di collegamento culturale e politico a disposizione di tutti quelli che vorranno intervenire a prescindere dal gruppo di appartenenza, dall'altro nel sostenere tutte le iniziative del Collegio e lanciando il progetto di una rete delle libere comunità nazionalpopolari cui potranno aderire circoli, riviste, associazioni, case editrici e quant'altro, che opererà per la nascita non del partito di questo o di quello, ma del Movimento di tutti i camerati che nella storia di questo paese vogliono scrivere una nuova pagina.

Nicola Cospito