il Movimento

la Rivista

i libri

 

i Contatti

i Siti

 

 

i Documenti

gli Interventi

i Comunicati

 

Progetto Sociale

 

Appello per la lotta
(15 ottobre 2004)

In margine alla riunione del 10 ottobre a Isola Farnese (Roma)

Il presente appello è rivolto a tutti gli uomini e donne che, non rassegnati al giogo umiliante e degradante imposto dagli invasori del 1945, né al disumano e assurdo sistema politico-economico ad esso funzionale, possiedono la dignità e la tempra per ribellarsi alla schiavitù in nome degli autentici valori nazionali ed europei e per costruire insieme una moderna umana civiltà, che affondi le sue radici nella Tradizione e si proietti verso il futuro.
Deve trattarsi di una progressione inesorabile, come inesorabile sarà il crollo della impalcatura di menzogne, di sofismi e di basse lusinghe con cui si cerca di puntellare il trono dei grandi usurai regnanti. Compito immenso, quello che ci siamo imposti, che sarebbe velleitaria presunzione assumersi, se non fossimo profondamente convinti della natura anche divina dell’Uomo, della consonanza di essa con l’armonia che regge l’universo, e che quindi il colosso che vi si oppone ha i piedi di argilla.
Si tratta, da un lato, di trionfare delle nostre debolezze interiori, che sono quelle su cui il nemico subdolo e ipocrita conta per soffocarci, e dall’altro di progettare le strutture portanti del sistema alternativo da proporre agli Italiani, da edificare appena sgombrate le macerie dell’attuale babelica stoltezza. È quindi superfluo dire che chi non senta tale impegno come totale e prioritario su qualsiasi altra “esigenza”, chi non sia disposto a dargli fatica e sacrificio, chi pretenda di abbattere la più mostruosa e potente coalizione criminale della storia gettandole contro palline di carta masticata, chi non sappia concedere a chi lotta che la propria “simpatia” ma si occupi solo degli affari propri, ci dia magari, se crede, il voto, ma non interferisca con la nostra azione.
Non a quelli è rivolto questo appello.
Il nostro appello è rivolto innanzi tutto ai vertici di tutte le formazioni sorte negli ultimi anni, dopo l’infame tradimento di Fiuggi, ma ancora di più alle diverse basi militanti perché, consapevoli che solo uniti si vince, intraprendano la via dell’unificazione di tutte le forze, l’unica strada, capace di far tornare protagonista sulla scena politica nazionale il nostro progetto politico alternativo ad ogni liberismo, sia quello di destra che quello di sinistra, il solo ed unico in grado di restituire al popolo italiano non solo la giusta dimensione morale e spirituale ma anche la fiducia nel domani.

E proprio a questo scopo è stato finalizzato l’incontro di domenica 10 ottobre ad Isola Farnese, alle porte di Roma, a sensibilizzare cioè tutta la nostra comunità umana a ricompattarsi in un unico, grande e articolato Movimento Politico Unitario, un Movimento serio e credibile, in grado di risvegliare e spingere alla lotta tutte le energie che in questi anni, causa le troppe cocenti delusioni, si sono fatte da parte o disperse.

All’incontro di Isola Farnese sono intervenuti camerati di tutta Italia animati dal medesimo scopo: riunire in un unico formidabile Fascio tutte le verghe dell’area nazional popolare. Vecchi e giovani militanti uniti da una voglia irriducibile di rivalsa nei confronti dei voltagabbana di Alleanza Nazionale, comunque camuffati, e dal desiderio di rivincita contro l’oppressione liberalcapitalista che sta distruggendo la memoria storica, l’identità culturale, l’unità stessa della nostra Nazione.
Se la Fiamma Tricolore era presente con una folta delegazione guidata da Luca Romagnoli, Alessandra Mussolini, impegnata domenica in un altro incontro a Bologna, a nome di Alternativa Sociale ha dichiarato nei giorni seguenti la massima disponibilità a lavorare per vincere da oggi in poi tutti uniti, tutti insieme. Un segnale di grande rilievo che apprezziamo e che può segnare l’inizio di una nuovo corso tale da modificare, come noi tutti auspichiamo gli equilibri politici di questo paese.
Va da sé che perché questo si realizzi compiutamente è indispensabile che la Fiamma Tricolore, mortificata nella sua storia dalle deviazioni rautiane che hanno condotto al riposizionamento al fianco della CdL -cosa che peraltro ha prodotto sul piano elettorale solo sconfitte e sul piano organizzativo unicamente devastazione e fuga della militanza- nel prossimo congresso previsto a fine novembre rompa definitivamente ogni indugio e ritorni al completo e con ritrovato orgoglio sulla barricata dell’antagonismo e dell’alternativa. A Romagnoli e ai suoi, chiediamo:

1) Di dare formalmente e di fatto alle prossime assise congressuali della Fiamma un carattere di massima apertura agli apporti del resto del nostro ambiente umano:
2) Di presentare e far approvare nello stesso congresso una mozione che escluda la possibilità di qualsiasi patteggiamento, compromesso o desistenza sia col c. d. Polo delle Libertà o suoi derivati, sia con qualsiasi altra formazione che, per intendersi, festeggi il 25 aprile o simpatizzi coi criminali USA e sionisti.

Le intelligenze col nemico, oltre che disonoranti, sono, se attuate da posizioni di debolezza, anche supremamente stupide.

In questo modo sarà possibile generare le condizioni per un nuovo cartello elettorale capace di sfondare ogni sbarramento e gettare le basi per un cartello politico-organizzativo che, nella salvaguardia dell’autonomia dei gruppi, lanci un segnale forte a chi ci guarda con attenzione e non aspetta altro per schierarsi con noi.
È un dato di fatto di cui tutti devono prendere atto: Esiste Alternativa Sociale, esiste la Fiamma Tricolore, esiste il MNP/Collegio unità per la Costituente, esiste una miriade di gruppi, circoli, associazioni, librerie, cooperative, case editrici, bollettini, riviste, organizzazioni combattentistiche che costituiscono il variegato universo nazional popolare. Deve imporsi tra di noi la pratica del rispetto reciproco, del cameratismo, della lealtà e dell’onestà. Dobbiamo dimostrare nei fatti di essere di una sostanza diversa da quella degli avversari che popolano il mondo della politica politicante, della politica come mercimonio e affarismo, il mondo decrepito della democrazia parlamentare che violenta se stessa e le proprie regole perché non crede più nei suoi stessi principi. È una dato di fatto che con la reintroduzione del sistema maggioritario, vecchio ormai di oltre 140 anni, si è ritornati al malcostume del trasformismo e dell’opportunismo. Il nostro no al bipolarismo deve essere chiaro, anche perché si tratta di un sistema politico estraneo alla nostra anima, alla nostra cultura. Il sistema maggioritario è di per sé fallimentare perché allontana la gente dalla politica consegnando quest’ultima al dominio delle consorterie, dei poteri forti delle lobbies più o meno occulte. Noi dobbiamo batterci per il ritorno al sistema elettorale proporzionale perché venga restituito anche alle minoranze agguerrite in termini di idee e di programmi il diritto alla rappresentanza. Ricordando però sempre che la battaglia elettorale è solo uno dei momenti della lotta politica. Il momento privilegiato per noi è infatti quello della battaglia delle idee, della formazione del militante inteso come agente rivoluzionario che opera per fare esplodere tutte le contraddizioni del sistema, della creazione di una comunità umana nuova e diversa. Per questo a giorni il nostro Movimento diffonderà il Manuale del Militante, vero vademecum per chi vuole combattere con consapevolezza e metodo la buona battaglia. Un documento politico di grande spessore che verrà ad affiancarsi al Manifesto del XXI Secolo da noi lanciato lo scorso inverno e che costituisce uno schema di Carta Costituzionale per l’edificazione dello Stato Nuovo, il nostro principale obiettivo che non dobbiamo mai perdere di vista.

Ci apprestiamo quindi con la lealtà e impegno che vogliamo ci caratterizzino a collaborare strettamente per riunire finalmente in un’unica compagine le tante schegge risultate dal tradimento di Fini e dalla defezione di Rauti.

Con particolare calore e stima, questo appello è rivolto alle tante iniziative e sodalizi non partitici a cui gruppi di ottimi camerati in tutta Italia, disgustati e delusi dalla deriva soltanto parlamentare e miope dei nostri “politici”, hanno dato vita senza appoggi né mezzi, al fine della preparazione spirituale dei giovani,. Ed è rivolto anche ai singoli che hanno continuato per proprio conto la lotta alle multiformi manifestazioni del nemico, col pensiero, con la penna e con l’apostolato.

L’eredità della Repubblica Sociale fu raccolta dal MSI, ma la sua dirigenza non seppe che viverne di rendita e sperperarla fino alla turpe commedia di Fiuggi. Solo i ciechi tra noi possono credere che si sia trattato di un improvviso collasso e non del termine di un processo di corruzione iniziato sin dalle prime segreterie. Fu quindi un modo errato e sterile di gestirla, quell’eredità, e lungi da noi deve essere l’intenzione di “rifondarlo”, quel modo.
Con la maturità conferitaci dalle esperienze esaltanti e da quelle negative che abbiamo alle spalle, unita alla intatta fede ardente che fu dei “ragazzi di Salò”, il nostro appello a riprendere tutti insieme l’edificazione di un avvenire degno di questo nome, per un’Italia che torni ad essere maestra di civiltà, in un’Europa conscia delle sue radici e libera da ogni condizionamento e da ogni forma di schiavitù, politica, economica e finanziaria.

In alto i cuori !

 

Il Movimento Nazional Popolare

Collegio Unità per la Costituente

Roma, 15 ottobre 2004

Abbonatevi e sostenete "Orientamenti".