In margine alla riunione del 10 ottobre a
Isola Farnese (Roma)
Il presente appello è rivolto a tutti gli uomini e donne che, non
rassegnati al giogo umiliante e degradante imposto dagli invasori del
1945, né al disumano e assurdo sistema politico-economico ad esso
funzionale, possiedono la dignità e la tempra per ribellarsi alla
schiavitù in nome degli autentici valori nazionali ed europei e per
costruire insieme una moderna umana civiltà, che affondi le sue radici
nella Tradizione e si proietti verso il futuro.
Deve trattarsi di una progressione inesorabile, come inesorabile sarà il
crollo della impalcatura di menzogne, di sofismi e di basse lusinghe con
cui si cerca di puntellare il trono dei grandi usurai regnanti. Compito
immenso, quello che ci siamo imposti, che sarebbe velleitaria
presunzione assumersi, se non fossimo profondamente convinti della
natura anche divina dell’Uomo, della consonanza di essa con l’armonia
che regge l’universo, e che quindi il colosso che vi si oppone ha i
piedi di argilla.
Si tratta, da un lato, di trionfare delle nostre debolezze interiori,
che sono quelle su cui il nemico subdolo e ipocrita conta per
soffocarci, e dall’altro di progettare le strutture portanti del sistema
alternativo da proporre agli Italiani, da edificare appena sgombrate le
macerie dell’attuale babelica stoltezza. È quindi superfluo dire che chi
non senta tale impegno come totale e prioritario su qualsiasi altra
“esigenza”, chi non sia disposto a dargli fatica e sacrificio, chi
pretenda di abbattere la più mostruosa e potente coalizione criminale
della storia gettandole contro palline di carta masticata, chi non
sappia concedere a chi lotta che la propria “simpatia” ma si occupi solo
degli affari propri, ci dia magari, se crede, il voto, ma non
interferisca con la nostra azione.
Non a quelli è rivolto questo appello.
Il nostro appello è rivolto innanzi tutto ai vertici di tutte le
formazioni sorte negli ultimi anni, dopo l’infame tradimento di Fiuggi,
ma ancora di più alle diverse basi militanti perché, consapevoli che
solo uniti si vince, intraprendano la via dell’unificazione di tutte le
forze, l’unica strada, capace di far tornare protagonista sulla scena
politica nazionale il nostro progetto politico alternativo ad ogni
liberismo, sia quello di destra che quello di sinistra, il solo ed unico
in grado di restituire al popolo italiano non solo la giusta dimensione
morale e spirituale ma anche la fiducia nel domani.
E proprio a questo scopo è stato finalizzato l’incontro di domenica 10
ottobre ad Isola Farnese, alle porte di Roma, a sensibilizzare cioè
tutta la nostra comunità umana a ricompattarsi in un unico, grande e
articolato Movimento Politico Unitario, un Movimento serio e credibile,
in grado di risvegliare e spingere alla lotta tutte le energie che in
questi anni, causa le troppe cocenti delusioni, si sono fatte da parte o
disperse.
All’incontro di Isola Farnese sono intervenuti camerati di tutta Italia
animati dal medesimo scopo: riunire in un unico formidabile Fascio tutte
le verghe dell’area nazional popolare. Vecchi e giovani militanti uniti
da una voglia irriducibile di rivalsa nei confronti dei voltagabbana di
Alleanza Nazionale, comunque camuffati, e dal desiderio di rivincita
contro l’oppressione liberalcapitalista che sta distruggendo la memoria
storica, l’identità culturale, l’unità stessa della nostra Nazione.
Se la Fiamma Tricolore era presente con una folta delegazione guidata da
Luca Romagnoli, Alessandra Mussolini, impegnata domenica in un altro
incontro a Bologna, a nome di Alternativa Sociale ha dichiarato nei
giorni seguenti la massima disponibilità a lavorare per vincere da oggi
in poi tutti uniti, tutti insieme. Un segnale di grande rilievo che
apprezziamo e che può segnare l’inizio di una nuovo corso tale da
modificare, come noi tutti auspichiamo gli equilibri politici di questo
paese.
Va da sé che perché questo si realizzi compiutamente è indispensabile
che la Fiamma Tricolore, mortificata nella sua storia dalle deviazioni
rautiane che hanno condotto al riposizionamento al fianco della CdL
-cosa che peraltro ha prodotto sul piano elettorale solo sconfitte e sul
piano organizzativo unicamente devastazione e fuga della militanza- nel
prossimo congresso previsto a fine novembre rompa definitivamente ogni
indugio e ritorni al completo e con ritrovato orgoglio sulla barricata
dell’antagonismo e dell’alternativa. A Romagnoli e ai suoi, chiediamo:
1) Di dare formalmente e di fatto alle prossime assise congressuali
della Fiamma un carattere di massima apertura agli apporti del resto del
nostro ambiente umano:
2) Di presentare e far approvare nello stesso congresso una mozione che
escluda la possibilità di qualsiasi patteggiamento, compromesso o
desistenza sia col c. d. Polo delle Libertà o suoi derivati, sia con
qualsiasi altra formazione che, per intendersi, festeggi il 25 aprile o
simpatizzi coi criminali USA e sionisti.
Le intelligenze col nemico, oltre che disonoranti, sono, se attuate da
posizioni di debolezza, anche supremamente stupide.
In questo modo sarà possibile generare le condizioni per un nuovo
cartello elettorale capace di sfondare ogni sbarramento e gettare le
basi per un cartello politico-organizzativo che, nella salvaguardia
dell’autonomia dei gruppi, lanci un segnale forte a chi ci guarda con
attenzione e non aspetta altro per schierarsi con noi.
È un dato di fatto di cui tutti devono prendere atto: Esiste Alternativa
Sociale, esiste la Fiamma Tricolore, esiste il MNP/Collegio unità per la
Costituente, esiste una miriade di gruppi, circoli, associazioni,
librerie, cooperative, case editrici, bollettini, riviste,
organizzazioni combattentistiche che costituiscono il variegato universo
nazional popolare. Deve imporsi tra di noi la pratica del rispetto
reciproco, del cameratismo, della lealtà e dell’onestà. Dobbiamo
dimostrare nei fatti di essere di una sostanza diversa da quella degli
avversari che popolano il mondo della politica politicante, della
politica come mercimonio e affarismo, il mondo decrepito della
democrazia parlamentare che violenta se stessa e le proprie regole
perché non crede più nei suoi stessi principi. È una dato di fatto che
con la reintroduzione del sistema maggioritario, vecchio ormai di oltre
140 anni, si è ritornati al malcostume del trasformismo e
dell’opportunismo. Il nostro no al bipolarismo deve essere chiaro, anche
perché si tratta di un sistema politico estraneo alla nostra anima, alla
nostra cultura. Il sistema maggioritario è di per sé fallimentare perché
allontana la gente dalla politica consegnando quest’ultima al dominio
delle consorterie, dei poteri forti delle lobbies più o meno
occulte. Noi dobbiamo batterci per il ritorno al sistema elettorale
proporzionale perché venga restituito anche alle minoranze agguerrite in
termini di idee e di programmi il diritto alla rappresentanza.
Ricordando però sempre che la battaglia elettorale è solo uno dei
momenti della lotta politica. Il momento privilegiato per noi è infatti
quello della battaglia delle idee, della formazione del militante inteso
come agente rivoluzionario che opera per fare esplodere tutte le
contraddizioni del sistema, della creazione di una comunità umana nuova
e diversa. Per questo a giorni il nostro Movimento diffonderà il Manuale
del Militante, vero vademecum per chi vuole combattere con
consapevolezza e metodo la buona battaglia. Un documento politico di
grande spessore che verrà ad affiancarsi al Manifesto del XXI Secolo da
noi lanciato lo scorso inverno e che costituisce uno schema di Carta
Costituzionale per l’edificazione dello Stato Nuovo, il nostro
principale obiettivo che non dobbiamo mai perdere di vista.
Ci apprestiamo quindi con la lealtà e impegno che vogliamo ci
caratterizzino a collaborare strettamente per riunire finalmente in
un’unica compagine le tante schegge risultate dal tradimento di Fini e
dalla defezione di Rauti.
Con particolare calore e stima, questo appello è rivolto alle tante
iniziative e sodalizi non partitici a cui gruppi di ottimi camerati in
tutta Italia, disgustati e delusi dalla deriva soltanto parlamentare e
miope dei nostri “politici”, hanno dato vita senza appoggi né mezzi, al
fine della preparazione spirituale dei giovani,. Ed è rivolto anche ai
singoli che hanno continuato per proprio conto la lotta alle multiformi
manifestazioni del nemico, col pensiero, con la penna e con
l’apostolato.
L’eredità della Repubblica Sociale fu raccolta dal MSI, ma la sua
dirigenza non seppe che viverne di rendita e sperperarla fino alla turpe
commedia di Fiuggi. Solo i ciechi tra noi possono credere che si sia
trattato di un improvviso collasso e non del termine di un processo di
corruzione iniziato sin dalle prime segreterie. Fu quindi un modo errato
e sterile di gestirla, quell’eredità, e lungi da noi deve essere
l’intenzione di “rifondarlo”, quel modo.
Con la maturità conferitaci dalle esperienze esaltanti e da quelle
negative che abbiamo alle spalle, unita alla intatta fede ardente che fu
dei “ragazzi di Salò”, il nostro appello a riprendere tutti insieme
l’edificazione di un avvenire degno di questo nome, per un’Italia che
torni ad essere maestra di civiltà, in un’Europa conscia delle sue
radici e libera da ogni condizionamento e da ogni forma di schiavitù,
politica, economica e finanziaria.
In alto i cuori !
Il
Movimento Nazional Popolare
Collegio Unità per la Costituente
|