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Indice Orientamenti

 

Anno X - 2007 - n° 1-2

Sommario:

Nicola Cospito - Una nuova fase per la riscossa
Massimo Tirone - Le priorità del governo Prodi: I DICO
Filippo Giannini - La sua anima attende un equo giudizio
Paolo Rizza - La polemica antimoderna di uno scrittore controcorrente
Francesco Mancini - L'economia: Una "scienza malata" e serva della politica...
Luca Valentini - Fenomenologia dell'Ordine
Danilo Zongoli - La questione della Transnistria
Giovanni Perez - Teologia della storia e destino della civiltà europea
Carlo Morganti - Relazione sull'omicidio di Benito Mussolini
Rutilio Sermonti - Comunicazione di un morituro
Giandomenico Casalino - Imperium Populi Romani: L'Impero, la Romanità, l'Idea

 Recensioni e segnalazioni:
Fulvio Reiter - Ordine Nuovo, verità e menzogne
Gerardo Picardo - Destra radicale
Enzo Erra - L'inganno europeo

 

 

L'EDITORIALE

Una nuova fase per la riscossa
Accantonati gli sforzi per l'unità di un'area che ha smesso di esistere, il MNP si prepara ad una nuova stagione di lotta

Nicola Cospito

Da alcuni mesi è iniziata per il Movimento Nazional Popolare una nuova fase politica. Accantonati definitivamente i tentativi, in verità numerosi e pazienti, di unificare i gruppi sorti negli ultimi anni dalla diaspora rautiana, preso atto che da parte di questi, invece di dare vita ad un movimento unitario serio e credibile nel suo voler essere alternativa seria e concreta ai due poli di centrodestra e di centrosinistra, si è preferito andare a costituire l'appendice di estrema destra della CdL peraltro ormai in crisi, il MNP ha deciso di procedere alla elaborazione di una nuova strategia con obiettivi a medio e a lungo termine. Una nuova strategia cui non può non fare da supporto una riorganizzazione delle forze sul territorio nazionale, necessità questa imprescindibile che deve inevitabilmente saper coniugare la ricchezza delle idee, la precisione delle analisi, la lucidità del progetto, con le scarse risorse finanziarie a disposizione. Siamo tutti consapevoli che la prima cosa che serve ad un movimento che voglia imporsi sulla scena è la visibilità e di questa impellenza non possiamo non farci carico.
Preso atto dunque che l'area si è dissolta e che ormai non esistono più partiti di riferimento perché di certo nessuno può pensare seriamente di ritenere che la sgangherata Fiamma di Romagnoli o la Mussolini, interessata solo al suo avvenire personale, possano costituire non solo gli eredi del nostro spirito e delle nostre tradizioni politiche ma anche e soltanto dei semplici interlocutori, i militanti nazionalpopolari hanno maturato la convinzione che sia arrivato il momento di scelte decisive aliene da ogni compromesso fuorviante e frenante. Tali scelte non possono che essere orientate a raccogliere in un movimento politico di liberazione nazionale tutti coloro che consapevoli che i partiti ormai altro non sono che comitati d'affari e stanchi di un bipolarismo che non funziona, sono ansiosi di rivedere una reale rinascita prima di tutto morale del nostro paese e vogliono impegnarsi in una nuova stagione di lotta. Una lotta magari di lunga durata, ma comunque indirizzata sulla strada giusta ed esclusivamente sotto le insegne della nostra parte politica.
Il quadro politico nazionale uscito dalle ultime elezioni politiche si caratterizza per una cronica incertezza e tutto lascia presagire che l'attuale legislatura avrà vita breve. Il governo Prodi, succeduto a quello della CdL, causa la sua risicata maggioranza al Senato, naviga a vista. Lo scivolone sulla politica estera e le conseguenti dimissioni di Prodi del mese scorso la dicono lunga. Il bipolarismo a tutti costi, assolutamente inadatto agli italiani ed estraneo alla nostra tradizione politica, con la sua pretesa di tenere uniti partiti tra loro così diversi e divergenti per idee e programmi, ha mostrato tutti i suoi limiti. La manifestazione di Vicenza e la questione del rifinanziamento della presenza dei militari italiani in Afghanistan ha creato una spaccatura insanabile nel governo e del resto ben poca strada insieme possono fare un Mastella, vecchio incallito democristiano e un Pecoraio Scanio alfiere insieme alla sinistra dei PAC e dei DICO. Tutto lascia pensare dunque che affrontata e risolta la questione della nuova legge elettorale il popolo italiano sarà chiamato nuovamente alle urne. Certo sul tappeto le questioni sono parecchie e dietro le quinte i giochi politici che si stanno consumando appaiono sotto una luce torbida e in un'aureola di grande confusione. La CdL appare arrivata ormai al capolinea e le prese di distanza, i distinguo dell'UDC di Casini attestano come la leadership di Berlusconi rappresenti una stagione ormai tramontata. Anche Fini con le sue dichiarazioni improntate alla solita ambiguità mostra di considerare chiuso il capitolo del Cavaliere. Altrimenti non si spiegherebbe come mai AN, come invece ha fatto la Lega, non si sia battuta nel chiedere subito e con urgenza le elezioni anticipate. Fini, che si è visto rifiutata la sua richiesta di ingresso nel PPE ha ancora un po' di strada da fare per ripulire il partito da personaggi ingombranti alla Storace e pertanto chiede tempo. Il Presidente di AN, come del resto Fassino e D'Alema, sul versante opposto, ha capito che il futuro prossimo venturo del paese è al centro con una coalizione spuria ma fondata su numeri sufficienti, capace di mandare all'opposizione e di indebolire le ali cosiddette estreme. Ecco dunque la necessità di attrezzarsi. Il prossimo congresso di AN, nel suo prospettarsi come una seconda Fiuggi, attesterà un'ulteriore manovra trasformista che cercherà di mettere alla porta ogni residuo di "destra sociale" già peraltro solida come una bolla di sapone. Alemanno ha capito e si sta adeguando,
Storace dovrà combattere per la sua sopravvivenza e intuendo l'isolamento progressivo, nell'ansia della disperazione apre a Romagnoli e alla Mussolini. A sinistra invece Bertinotti, Diliberto, i Verdi e quant'altri non mostrano uno straccio di strategia difensiva tesa ad ostacolare lo spostamento al centro che si annuncia e sembrano rassegnati a soccombere, vale a dire a ritornare là da dove erano venuti. Intanto proseguono gli abboccamenti e i colloqui per mettere a punto la nuova legge elettorale e non bisogna essere aquile per capire che non si tratta di confezionare una legge che permetta una seria e consapevole espressione del voto da parte dei cittadini italiani quanto un marchingegno ad hoc che consenta la formazione della Grosse Koalition in salsa tricolore. Gli epigoni della democrazia parlamentare, come si sa, sono esperti e maestri in questi tranelli in cui il popolo bue continua regolarmente a cadere. Proprio per questa ragione, anche se non solo per questa, noi del Movimento Nazional Popolare alle elezioni politiche del 2006 ci siamo schierati e abbiamo fatto campagna per il non voto. Oggi siamo dell'opinione che per restituire veramente la parola alla gente, bisogna innanzi tutto ritornare ad un sistema proporzionale puro, senza balzelli e soglie di sorta. I vari tatarellum non hanno fatto altro che disamorare la gente per la politica e molti non hanno gradito di essere costretti a votare secondo le indicazioni prestabilite dai segretari dei partiti, veri monarchi in sedicesima con le loro corti di lacchè e buffoni di turno. Bisogna ristabilire il sistema delle preferenze e ABOLIRE la raccolta delle firme come condizione indispensabile per la presentazione delle liste. Va eliminata insomma tutta quella zavorra di provvedimenti e di regole desuete che impedisce il rinnovamento delle classi politiche e che al contrario le sclerotizza con sistemi davvero indecenti. Bisognerebbe inoltre stabilire che, come per i sindaci, i mandati parlamentari non devono superare le due legislature.
Comunque vadano le cose anche lo spostamento dell'asse politico al centro non riuscirà a risolvere i problemi del paese che non sono di certo quelli dei DICO e della convivenza delle coppie di fatto, espedienti buoni solo a perdere tempo e a far perdere tempo al Paese. Problemi che si chiamano disoccupazione giovanile, precarietà nel mondo del lavoro, carovita, emergenza abitativa e caro-casa, sanità fatiscente e nelle mani di incompetenti, paralisi della giustizia, mancanza di regole certe e di trasparenza nei pubblici concorsi, crisi dell'industria, strapotere delle banche e della finanza, evasione fiscale, usura diffusa, aumento della criminalità. I governi che verranno non sapranno risolvere questi problemi semplicemente perché non avranno la volontà di affrontarli seriamente. Tutto l'impegno si consumerà nelle faide interne come costume in regime di partitismo. In questa prospettiva il MNP ritiene che la strada maestra sulla quale una forza come la nostra deve mettersi è quella della preparazione di un movimento dotato di quadri dirigenti seri e preparati, capaci di parlare all'opinione pubblica facendosi sentire in tutte le occasioni, approntando strumenti di azione politica semplici ma efficaci. Sarà forse una lotta simile a quella di Davide contro Golia ma che importa? Le sfide sono belle perché difficili ed in ogni caso, evolianamente e in coerenza con gli insegnamenti della Tradizione, faremo quello che deve essere fatto a prescindere dai risultati. Con allegra e serena ostinazione continueremo a seminare le nostre idee e i frutti, i buoni frutti, prima o poi non mancheranno di arrivare.

Nicola Cospito