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Indice Orientamenti

 

Anno IX - 2006 - n° 1-2

Sommario:
 

Davide ha sconfitto Golia - Nicola Cospito
Il referendum sulla "devolution" - Massimo Tirone
Fascismo sintesi metafisica - Sergio Bonifazi
Giovanni Gentile, un filosofo scomodo - Gianfredo Ruggiero
Il contributo di Attilio Mordini alla cultura cattolica - Paolo Rizza
Solo per amore della verità - Filippo Giannini
Sulle elezioni - Carlo Morganti
Le rivoluzioni antimoderne e la visione del mondo - Luca Valentini
La cultura clerical-conservatrice alla conquista della ... - Stefano Sogari
La battaglia di Ferenc Szalasi - Claudio Mutti
Revisionismo e persecuzioni (da Internet)
U. Grancelli: L'esplorazione delle origini della civiltà... - Giovanni Perez
Recensioni e segnalazioni

 

 

L'EDITORIALE

Davide ha sconfitto Golia

Nicola Cospito

Le elezioni politiche di aprile, conclusesi con la vittoria di misura dell'Unione sulla CdL hanno evidenziato tutti i limiti del sistema liberale e liberista che non riesce e non riuscirà ad assicurare al nostro paese la necessaria stabilità capace di determinare l'uscita da una crisi economica e politica che si trascina da diversi lustri e che rischia di rivelarsi irreversibile.
Diverse sono le cause dell'odierno stallo: in primo luogo una legge elettorale falsamente proporzionale e in realtà oligarchica e partitocratica che ha privato i cittadini della possibilità di esprimere le preferenze, una legge fatta di sbarramenti e balzelli, con computi dei voti a colpi di premi di maggioranza, addirittura a livello regionale, definita dal suo stesso estensore una «porcata». In secondo luogo il bipolarismo con la sua gabbia di maggioranze precostituite.
Un bipolarismo che ha condannato i cittadini italiani a dover scegliere tra un personaggio prigioniero di un "conflitto di interessi" senza precedenti, supino alleato della Casa Bianca, che si è reso complice di una guerra di aggressione che ha violato ogni diritto internazionale e che ancora sta provocando migliaia di morti, compresi i soldati italiani, che ha varato una serie di leggi "ad personam" tese unicamente a tutelare i suoi interessi, che ha introdotto una legge come quella sulla "devolution" che ha segato il paese in due con regioni povere e regioni ricche e un altro individuo che già aveva dato cattiva prova di sé affossando le sorti dell'IRI, l'Istituto di Ricostruzione Industriale e che nella sua qualità di commissario europeo non solo ha appoggiato la direttiva sui servizi, la famigerata direttiva Bolkenstein tanto dannosa per il lavoro italiano, ma ha autorizzato anche la commercializzazione degli OGM. Un leader privo di carisma quanto di un progetto politico serio e credibile, tale da risanare davvero i disastrati conti pubblici dell'Italia. Il governo Prodi appena varato non sarà in grado di affrontare in maniera decisiva i problemi del paese e tutto lascia pensare che rimarrà invischiato nelle proprie contraddizioni interne.

Fiamma e AS a pezzi

La sconfitta della CdL ha travolto però non solo il governo Berlusconi ma anche i suoi alleati, non ultimi quei movimenti che rinunciando alla linea dell'alternativa al sistema, hanno preferito riposizionarsi sulla linea della "destra radicale" o "estrema" che dir si voglia.
Da un lato la Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli che, pur disponendo di un buon finanziamento pubblico ereditato dalle europee del 2004, non ha nemmeno tentato di organizzarsi per presentare liste autonome e dall'altro Alessandra Mussolini, che pure aveva destato non poche speranze allorché nell'autunno del 2003 aveva abbandonato Alleanza Nazionale.
Alessandra Mussolini è stata oggetto in questi due anni e mezzo di una progressiva involuzione. Fallito il tentativo unitario di Alternativa Sociale nelle regionali dello scorso anno, ha scelto in queste politiche di correre in soccorso del cavaliere, mostrando via via di essere vittima se non di allucinazioni, certamente di un deficit di buon senso che l'ha portata a vedersi prima ministro dell'infanzia e poi addirittura vicepremier di un Berlusconi a secondo mandato, come incautamente aveva sbandierato alla stampa. Contestata all'interno del suo stesso gruppo Azione Sociale, appare oggi priva di una qualunque strategia politica e di una seria prospettiva. In ogni caso hanno avuto quel che si meritavano. Prima hanno dovuto subire le forche caudine della censura dei candidati e poi addirittura l'umiliazione inflittagli dallo stesso premier uscente che, in chiusura di campagna elettorale, rispondendo ad una domanda dei giornalisti in una trasmissione televisiva sulle sue "alleanze ingombranti", ha detto senza mezzi termini che si trattava di gruppi che non contavano nulla e ha invitato gli elettori a non votarli per non disperdere il loro voto e di scegliere invece i partiti maggiori della sua coalizione.
A dire il vero però di voti dispersi non si è trattato visto che Fiamma e AS hanno regalato al cavaliere ben otto seggi, dicasi otto seggi, riportando la prima una percentuale dello 0,6% e la seconda dello 0,7%. Seggi che i due partitini avrebbero potuto accaparrarsi, sommando l'1,3%, se solo avessero avuto il buon senso di mettersi d'accordo, cosa che invece non hanno fatto non per diversità di linea politica, bensì unicamente per personalismi di bassa lega.
Al contrario la Democrazia di Rotondi, più accorta e spregiudicata, si è alleata con il PSI di De Michelis e, riportando lo 0,7% pieno con trentamila voti in più di AS si è aggiudicata quattro seggi alla Camera.
Eppure da parte nostra non erano mancati i dovuti rimproveri e le messe in guardia. Quante volte avevamo scritto, non solo condannando gli accordi ma avvertendo che in questo modo sarebbe stata la DC di Rotondi il primo dei perdenti?
In ogni caso queste elezioni hanno chiuso una stagione politica e hanno posto fine alla battaglia che per tanti anni avevamo condotto per l'unità dell'area. Il passaggio di Fiamma Tricolore e di AS nell'alveo della CdL, scava un abisso con la comunità politica nazional popolare e chiarisce una diversità del "sentire" politico che determina una definitiva rottura di rapporti. Ognuno dunque per la sua strada.

Astensione determinante

In queste elezioni politiche il Movimento Nazional Popolare ha scelto la via dell'astensione con una campagna militante volta in primo luogo alla sensibilizzazione dei camerati perché non cadessero nel tranello del bipolarismo ma anche dell'opinione pubblica più in generale. È vero che anche altri movimenti hanno optato per l'astensione ma è un dato di fatto che soprattutto il nostro MNP si è impegnato più degli altri con comizi in piazza, presenze tra la gente per strada, volantinaggi vari e quant'altro la fantasia ci ha dettato, trainando anche altre comunità in diverse città d'Italia. Come già nel 1996 allorché tutti quanti, riuniti nella Fiamma Tricolore, togliemmo alla CdL oltre sessanta seggi -uno fu il mio nel collegio senatoriale Cassia/Montesacro, cosa di cui vado ancora orgoglioso- con questa campagna per l'astensione il Movimento Nazional Popolare paradossalmente è stato determinante nella sconfitta di Berlusconi.
Davide ha sconfitto ancora una vota Golia.
Non è un'affermazione propagandistica ma una verità suffragata da conteggi di voti che parlano chiaro. Se nelle elezioni europee a proporzionale puro AS ottenne l'1,2% dei suffragi e la Fiamma Tricolore lo 0,7% con un totale dell'1,9%, avendo ottenuto questa volta con un proporzionale spurio in totale l'1,3%, i due partitini in questione hanno comunque perso uno 0,6%. Nelle elezioni regionali dello scorso anno dove era stato riportato un totale dello 0,9% -come tutti hanno potuto constatare- non c'era stato l'impegno profuso dai due partiti in questa tornata ed in più la questione delle "firme false" aveva comunque falsato il risultato con una campagna monca e unita alla diffidenza della gente per una lista "sub iudicio". Essendo risultata la differenza tra Ulivo e Polo dello 0,1%, è ragionevole concludere che proprio i "fascisti", quelli più seri e consapevoli, quelli più irriducibili, hanno fatto mancare a Fiamma e AS, e quindi al Polo, l'apporto decisivo per prevalere. Cosa di cui non possiamo che andare fieri. Aspettiamo ora che Gianni Pilo scriva un altro libro-inchiesta su questo fatto...

Contro il Fronte Rosso e la Reazione

Contribuendo in modo determinante alla sconfitta della CdL, non solo abbiamo posto un alt ad un uomo che si è preoccupato solo di salvaguardare i propri interessi e che ha screditato l'Italia in tutta Europa, ma abbiamo impedito anche che Berlusconi trascinasse il nostro paese in una nuova probabile avventura, quella contro l'Iran, paese contro il quale proprio in questi giorni i gangster della Casa Bianca stanno orchestrando una miserabile campagna propagandistica per arrivare prima o poi a bombardarlo.
Nei giorni scorsi sono emersi particolari inquietanti su una cosiddetta "Operazione Hitler" che prevederebbe addirittura lanci di bombe atomiche. Non dimentichiamo che gli americani lo hanno già fatto e sono capaci di rifarlo. È un fatto che al Presidente iraniano, Ahmadinejad, va la nostra simpatia proprio per il coraggio manifestato nello smascherare le menzogne alleate sulla seconda guerra mondiale e perché rafforza sul versante mediorientale il fronte internazionale antagonista che si oppone all'egemonia USA nel mondo e che già nell'America Latina conta alcuni leader importanti come Hugo Chavez e Evo Morales.
Da oggi comunque voltiamo pagina. Da subito il Movimento Nazional Popolare, mentre si attiva per costruire con tutte le forze che non si sono compromesse con il Polo un grande Movimento di Liberazione Nazionale, riprende la sua opposizione dura e intransigente contro la maggioranza di centrosinistra che è speculare alla minoranza di centrodestra.
Come nell'Italia di Berlusconi, anche in quella di Prodi saranno le lobbies a prevalere con la salvaguardia dei loro interessi economici e finanziari. Un'opposizione, la nostra, non solo ideologica in nome di uno Stato Nuovo, di uno Stato Corporativo, della Socializzazione delle imprese, ma anche condotta sui problemi reali e immediati del paese.
Da oggi non sprecheremo più le nostre energie nell'inseguire i partitini di un'area sciatta e disordinata, sostanzialmente anarcoide e confusa tanto nei programmi quanto nel comportamento e nello stile che di "legionario" non ha proprio un bel niente, ma opereremo nella società civile al fianco degli insegnanti perché venga restituita loro la dignità che gli è stata rubata, al fianco degli studenti perché possano avere una scuola pubblica seria ed efficiente con strutture moderne ed adeguate, al fianco dei lavoratori a reddito fisso malpagati da un capitalismo turbolento e aggressivo perché vengano eliminati legge Biagi, contratti a termine, lavoro in affitto, lavoro interinale e tutto ciò che crea precariato, al fianco delle famiglie che non arrivano a fine mese.
Ci batteremo perché venga recuperato il potere d'acquisto degli stipendi, perché contro il caro-prezzi venga istituito un calmiere, perché vengano cancellati i privilegi delle ditte immobiliari e vengano ridimensionati i costi delle abitazioni lievitati a dismisura e che costituiscono il nuovo fronte dell'usura legalizzata.
Saremo al fianco di chi nel nostro paese anela alla Giustizia, all'Onestà, ad un Ordine Nuovo e lo faremo come sempre con le nostre bandiere, con l'orgoglio e la forza della coerenza, con la caparbietà, la speranza e la fierezza di chi non è mai sceso a compromessi. Con nessuno e meno che mai con la propria coscienza.

Nicola Cospito