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Indice Orientamenti

 

Anno VIII - 2005 - n° 1-2

Sommario:
 

Dalla fedeltà alle radici la forza per costruire il futuro - Nicola Cospito
Parole chiare sulla nuova alleanza - Rutilio Sermonti
Oltre la destra e la sinistra - Alessandro Mezzano
L'antifascismo alle corde imbroglia i somari - Sergio Bonifazi
Quando si toccherà il fondo? - Filippo Giannini
La verità sui combattenti della R.S.I. - Bruno Rassu
Le origini ancestrali della Pasqua - Alberto Samonà
Ruggero De Flor, il templare brindisino diventato corsaro - Luigi Fino
Le origini dell'Italia arcaica - Adriano Romualdi
La socializzazione: questa sconosciuta - Danilo Zongoli
Il Maestro proibito: Alexis Carrel - Giovanni Perez
Rescindere il trattato di pace - Carlo Morganti
Religiosità, arte e politica nella civiltà magno-greca - Luca Valentini
Recensioni e segnalazioni

 

 

L'EDITORIALE

Dalla fedeltà alle radici
la forza per costruire il futuro

Nicola Cospito


La nascita di Alternativa Sociale, sia pure, per ora, come cartello elettorale, costituisce un primo successo concreto per l'area antagonista nel suo cammino verso l'unità politica e organizzativa. La frammentazione causata dalla dissennata politica familiare e nepotista di Rauti, rientrato definitivamente nel pantano liberista, si è di fatto ridotta e Alternativa Sociale si avvia a diventare quasi fatalmente la calamità, il punto di attrazione e di coordinamento per tutti i gruppi che non vogliono annaspare nell'isolamento, che non si accontentano della testimonianza e, capaci di liberarsi da ogni tentazione personalista, ambiscono a dare un contributo alla creazione del Movimento Politico unitario, ritrovata casa comune di tutta l'area nazional popolare. È un fatto che la svolta positiva, dovuta anche all'energia di Alessandra Mussolini che ha saputo svincolarsi dall'abbraccio mortale con la Casa delle Libertà, ha dato e sta dando fastidio a molti. Non è un caso che al redde rationem, vale a dire al momento decisivo della scelta di campo, alcuni gruppi, alcuni individui, siano usciti dall'ambiguità e si siano schierati apertamente con Alleanza Nazionale e con Storace. Questo fenomeno catartico, purificatore dell'area nazional popolare che espelle in un modo o nell'altro pericolose tossine, non potrà che giovare nel tempo e rafforzare la pianta che è nata ed è destinata a crescere.
Alternativa Sociale, come anche dimostrato dai buoni risultati riportati nelle elezioni suppletive di questo inverno, rappresenta un fatto dirompente sulla scena politica italiana e si inserisce nel fenomeno di espansione dei movimenti cosiddetti populisti, un concetto ovviamente riduttivo ma che rende l'idea, che sta caratterizzando la scena europea, creando non poche preoccupazioni nelle lobbies economico-finanziarie di Bruxelles e Strasburgo. È un fatto dirompente perché coglie nel segno e ha ben compreso che gli italiani finalmente cominciano rendersi conto che la politica di questo regime è la politica del malaffare e sono stanchi di votare sia per il Polo che per l'Ulivo. Alternativa Sociale può rappresentare però anche un laboratorio di idee, un tavolo di confronto e di messa a punto di strategie nuove e vincenti. Sotto questo profilo essa può e deve concretizzare l'alternativa al sistema in termini di progettualità e di programmazione sistematica. Nella ritrovata unità di intenti, lo stesso Manifesto del XXI secolo lanciato alcuni mesi orsono in occasione del sessantesimo anniversario dei 18 Punti di Verona può costituire davvero il punto di riferimento, anche costituzionale, nella individuazione delle forme e delle strutture di quello che dovrà essere il nostro Stato, lo Stato nuovo che sa superare ogni impostazione liberaldemocratica di marca giacobina e si pone come proiezione dell'Uomo che si realizza in una struttura organica fondata sull'armonia di tutte le parti del corpo sociale.
Alternativa Sociale costituisce un fatto dirompente perché è portatrice di un progetto politico alternativo. Nessuno però creda che noi si nasca ora. Ora abbiamo finalmente ritrovato l'unità di intenti, l'unità d'azione ma -è necessario ricordarlo?- la nostra è una storia lunga. Noi veniamo da lontano e vogliamo andare lontano. Abbiamo ben salde le nostre radici ma guardiamo al futuro. La nostra tradizione è una tradizione antica e rivoluzionaria. Ovviamente si tratta di un primo passo e l'edificio che vogliamo costruire è appena abbozzato, non ci si può infatti accontentare di un cartello elettorale. Come detto e ripetuto più volte nei nostri interventi e nei nostri documenti, il prossimo passo è quello della Confederazione di tutti i gruppi. Una confederazione che si ponga come calamità anche per le comunità militanti affezionate alla loro autonomia ma che non possono presumere di andare avanti da sole. La Confederazione dovrà preservare l'autonomia organizzativa dei gruppi ma nello stesso tempo dotarsi di organi di consultazione e di un vertice improntato ai criteri della direzione collegiale. Una direzione che dovrà caratterizzarsi per la sua capacità di coinvolgere e di rappresentare in maniera efficace tutta la base. Come qualcuno a ragione ha sostenuto, bisognerà uscire dalle stanze, dalle riunioni ristrette e ascoltare le istanze di una base che vuole chiarezza e determinazione su temi importanti di politica interna e di politica estera. Questo perché noi non possiamo diventare un movimento di quadri, o peggio ancora un movimento a conduzione monocratica, ma dobbiamo ritornare nel più breve tempo possibile ad essere un movimento di militanti diversificati nelle funzioni e nei ruoli, tutti però ugualmente compartecipi delle scelte di fondo. Il problema della società attuale, che è poi quello che allontana la gente alla politica, è proprio di mancare di strutture partecipative e coinvolgenti. Questo è il primo compito, la prima questione che noi dobbiamo mirare a risolvere. È su questa strada che potranno rinascere i presupposti per un autentico cameratismo fondato sul sentimento di appartenenza alla medesima comunità. Nell'ambito della confederazione dovranno essere poi affrontati e dibattuti i temi inerenti allo sviluppo di un unico movimento unitario. Primo tra tutti la convocazione di una Conferenza Nazionale Programmatica in cui si discuta delle nostre proposte in tema di economia, di Stato sociale, di riorganizzazione delle strutture amministrative e politiche e di rilancio del settore pubblico. Una conferenza in cui si stabilisca una strategia comune con le altre forze politiche che nel vecchio continente rifiutano la sudditanza agli Stati Uniti d'America, alla Banca mondiale, che aborrono il trattato di Maastricht, vero e proprio boomerang che ha danneggiato importanti settori produttivi dei singoli paesi europei, che hanno ben compreso la truffa dell'euro.
Sale dalle basi dei vari movimenti costituenti Alternativa Sociale la richiesta legittima di arrivare a definire i contenuti della nostra azione politica. Una richiesta dettata dagli errori del passato, dalle numerose delusioni e disillusioni, dalla preoccupazione che tutto possa svanire in una bolla di sapone. Una richiesta, un'esigenza che sarebbe un errore non tenere nel dovuto conto e di cui ci si dovrà fare carico per spendere al meglio tutte le energie, tutte le intelligenze che pure si trovano nella nostra area.
Quindi dal cartello elettorale alla confederazione, dalla confederazione alla conferenza programmatica e da questa alla definizione di una strategia efficace e vincente. Ecco i passi essenziali. Nessuno creda che, presi dalla campagna elettorale noi si trascuri questi temi. Chi ci legge sa bene che il Movimento Nazional Popolare è nato proprio per contribuire a risolvere questi problemi e che la nascita del Movimento Unitario è da sempre il suo obiettivo prioritario. Al contempo, però, è anche giusto battersi per ridefinire il quadro politico del nostro paese, riconquistando lo spazio elettorale che ci compete e che qualcuno aveva pensato di usurpare impunemente. È un fatto che la riconquistata visibilità e la necessaria credibilità davanti ad un'opinione pubblica in cerca di uno sbocco alternativo ai politicanti di destra e di sinistra non potranno che corroborare e rendere più interessante tutto il proseguo della nostra azione. Se riusciremo a sfondare almeno in un paio di regioni la truffaldina soglia di sbarramento imposta dalle forze del regime polo-ulivista contro di noi, il cammino sarà tracciato e alle politiche del 2006 potremo dilagare.
È per questo che dobbiamo guardare avanti, ma è anche per questo che abbiamo bisogno della collaborazione di tutti i militanti di buona volontà in una ritrovata sinergia che sta già facendo tremare i nemici del nostro paese.

Nicola Cospito