L'EDITORIALE
Dalla fedeltà alle radici
la forza per costruire il futuro
Nicola
Cospito
La nascita di Alternativa Sociale, sia pure, per ora, come cartello
elettorale, costituisce un primo successo concreto per l'area
antagonista nel suo cammino verso l'unità politica e organizzativa. La
frammentazione causata dalla dissennata politica familiare e nepotista
di Rauti, rientrato definitivamente nel pantano liberista, si è di fatto
ridotta e Alternativa Sociale si avvia a diventare quasi fatalmente la
calamità, il punto di attrazione e di coordinamento per tutti i gruppi
che non vogliono annaspare nell'isolamento, che non si accontentano
della testimonianza e, capaci di liberarsi da ogni tentazione
personalista, ambiscono a dare un contributo alla creazione del
Movimento Politico unitario, ritrovata casa comune di tutta l'area
nazional popolare. È un fatto che la svolta positiva, dovuta anche
all'energia di Alessandra Mussolini che ha saputo svincolarsi
dall'abbraccio mortale con la Casa delle Libertà, ha dato e sta dando
fastidio a molti. Non è un caso che al redde rationem, vale a dire al
momento decisivo della scelta di campo, alcuni gruppi, alcuni individui,
siano usciti dall'ambiguità e si siano schierati apertamente con
Alleanza Nazionale e con Storace. Questo fenomeno catartico,
purificatore dell'area nazional popolare che espelle in un modo o
nell'altro pericolose tossine, non potrà che giovare nel tempo e
rafforzare la pianta che è nata ed è destinata a crescere.
Alternativa Sociale, come anche dimostrato dai buoni risultati riportati
nelle elezioni suppletive di questo inverno, rappresenta un fatto
dirompente sulla scena politica italiana e si inserisce nel fenomeno di
espansione dei movimenti cosiddetti populisti, un concetto ovviamente
riduttivo ma che rende l'idea, che sta caratterizzando la scena europea,
creando non poche preoccupazioni nelle lobbies economico-finanziarie di
Bruxelles e Strasburgo. È un fatto dirompente perché coglie nel segno e
ha ben compreso che gli italiani finalmente cominciano rendersi conto
che la politica di questo regime è la politica del malaffare e sono
stanchi di votare sia per il Polo che per l'Ulivo. Alternativa Sociale
può rappresentare però anche un laboratorio di idee, un tavolo di
confronto e di messa a punto di strategie nuove e vincenti. Sotto questo
profilo essa può e deve concretizzare l'alternativa al sistema in
termini di progettualità e di programmazione sistematica. Nella
ritrovata unità di intenti, lo stesso Manifesto del XXI secolo lanciato
alcuni mesi orsono in occasione del sessantesimo anniversario dei 18
Punti di Verona può costituire davvero il punto di riferimento, anche
costituzionale, nella individuazione delle forme e delle strutture di
quello che dovrà essere il nostro Stato, lo Stato nuovo che sa superare
ogni impostazione liberaldemocratica di marca giacobina e si pone come
proiezione dell'Uomo che si realizza in una struttura organica fondata
sull'armonia di tutte le parti del corpo sociale.
Alternativa Sociale costituisce un fatto dirompente perché è portatrice
di un progetto politico alternativo. Nessuno però creda che noi si nasca
ora. Ora abbiamo finalmente ritrovato l'unità di intenti, l'unità
d'azione ma -è necessario ricordarlo?- la nostra è una storia lunga. Noi
veniamo da lontano e vogliamo andare lontano. Abbiamo ben salde le
nostre radici ma guardiamo al futuro. La nostra tradizione è una
tradizione antica e rivoluzionaria. Ovviamente si tratta di un primo
passo e l'edificio che vogliamo costruire è appena abbozzato, non ci si
può infatti accontentare di un cartello elettorale. Come detto e
ripetuto più volte nei nostri interventi e nei nostri documenti, il
prossimo passo è quello della Confederazione di tutti i gruppi. Una
confederazione che si ponga come calamità anche per le comunità
militanti affezionate alla loro autonomia ma che non possono presumere
di andare avanti da sole. La Confederazione dovrà preservare l'autonomia
organizzativa dei gruppi ma nello stesso tempo dotarsi di organi di
consultazione e di un vertice improntato ai criteri della direzione
collegiale. Una direzione che dovrà caratterizzarsi per la sua capacità
di coinvolgere e di rappresentare in maniera efficace tutta la base.
Come qualcuno a ragione ha sostenuto, bisognerà uscire dalle stanze,
dalle riunioni ristrette e ascoltare le istanze di una base che vuole
chiarezza e determinazione su temi importanti di politica interna e di
politica estera. Questo perché noi non possiamo diventare un movimento
di quadri, o peggio ancora un movimento a conduzione monocratica, ma
dobbiamo ritornare nel più breve tempo possibile ad essere un movimento
di militanti diversificati nelle funzioni e nei ruoli, tutti però
ugualmente compartecipi delle scelte di fondo. Il problema della società
attuale, che è poi quello che allontana la gente alla politica, è
proprio di mancare di strutture partecipative e coinvolgenti. Questo è
il primo compito, la prima questione che noi dobbiamo mirare a
risolvere. È su questa strada che potranno rinascere i presupposti per
un autentico cameratismo fondato sul sentimento di appartenenza alla
medesima comunità. Nell'ambito della confederazione dovranno essere poi
affrontati e dibattuti i temi inerenti allo sviluppo di un unico
movimento unitario. Primo tra tutti la convocazione di una Conferenza
Nazionale Programmatica in cui si discuta delle nostre proposte in tema
di economia, di Stato sociale, di riorganizzazione delle strutture
amministrative e politiche e di rilancio del settore pubblico. Una
conferenza in cui si stabilisca una strategia comune con le altre forze
politiche che nel vecchio continente rifiutano la sudditanza agli Stati
Uniti d'America, alla Banca mondiale, che aborrono il trattato di
Maastricht, vero e proprio boomerang che ha danneggiato importanti
settori produttivi dei singoli paesi europei, che hanno ben compreso la
truffa dell'euro.
Sale dalle basi dei vari movimenti costituenti Alternativa Sociale la
richiesta legittima di arrivare a definire i contenuti della nostra
azione politica. Una richiesta dettata dagli errori del passato, dalle
numerose delusioni e disillusioni, dalla preoccupazione che tutto possa
svanire in una bolla di sapone. Una richiesta, un'esigenza che sarebbe
un errore non tenere nel dovuto conto e di cui ci si dovrà fare carico
per spendere al meglio tutte le energie, tutte le intelligenze che pure
si trovano nella nostra area.
Quindi dal cartello elettorale alla confederazione, dalla confederazione
alla conferenza programmatica e da questa alla definizione di una
strategia efficace e vincente. Ecco i passi essenziali. Nessuno creda
che, presi dalla campagna elettorale noi si trascuri questi temi. Chi ci
legge sa bene che il Movimento Nazional Popolare è nato proprio per
contribuire a risolvere questi problemi e che la nascita del Movimento
Unitario è da sempre il suo obiettivo prioritario. Al contempo, però, è
anche giusto battersi per ridefinire il quadro politico del nostro
paese, riconquistando lo spazio elettorale che ci compete e che qualcuno
aveva pensato di usurpare impunemente. È un fatto che la riconquistata
visibilità e la necessaria credibilità davanti ad un'opinione pubblica
in cerca di uno sbocco alternativo ai politicanti di destra e di
sinistra non potranno che corroborare e rendere più interessante tutto
il proseguo della nostra azione. Se riusciremo a sfondare almeno in un
paio di regioni la truffaldina soglia di sbarramento imposta dalle forze
del regime polo-ulivista contro di noi, il cammino sarà tracciato e alle
politiche del 2006 potremo dilagare.
È per questo che dobbiamo guardare avanti, ma è anche per questo che
abbiamo bisogno della collaborazione di tutti i militanti di buona
volontà in una ritrovata sinergia che sta già facendo tremare i nemici
del nostro paese.
Nicola Cospito |