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Indice Orientamenti

 

Anno VII - 2004 - n° 3-4

Sommario:
 

Nascerà la Confederazione Nazional Popolare? * Nicola Cospito
Tradizione e "metafisica della storia" in Julius Evola * Giovanni Perez
Conferenza di Bruno Rassu a Montegranaro
Il Comitato Istituzionale * Carlo Morganti
Sulle orme della Wehrwolf * Mjornir
Tradizione marziale e spiritualità di Spartacus 74-27
Servizio Ausiliario Femminile
Numerologia solare nelle forme tradizionali * Luca Valentini
Autopsia di una fuga * Filippo Giannini
Sulla religione romana * Giandomenico Casalino
Wilhelm Petersen, il pittore del Nord * Harm
Denis Mac Smith * Filippo Giannini
Vademecum del Militante e Discorso sul metodo * Rutilio Sermonti
Recensioni librarie

 

 

L'EDITORIALE

Nascerà la Confederazione Nazional Popolare?

Nicola Cospito


Le elezioni europee ormai alle spalle hanno segnato un'avanzata di tutta l'area nazionalpopolare che non può non rallegrarci. L'elezione a Strasburgo di due parlamentari ha mostrato all'opinione pubblica che votare per l'area antagonista non è inutile e che esiste uno spazio per le forze alternative al regime liberista. Anche i militanti che erano rimasti sconcertati dalla superficialità di taluni comportamenti che avevano portato alla rottura incomprensibile del cartello che pure era stato costituito a gennaio con la bella manifestazione voluta e organizzata a Milano da Tomaso Staiti, hanno potuto riprendere coraggio e "rianimarsi" per una nuova stagione di lotte come è quella che si preannuncia per i prossimi mesi. Gli eventi, però, che si sono succeduti così precipitosamente da gennaio in poi, hanno evidenziato al contempo tutti i limiti di un ambiente privo di personalità politiche spiccate, capaci di comprendere la situazione e di farsi carico davvero di una responsabilità che definire "storica" è persino riduttivo. In molti abbiamo avuto l'impressione che più dello slancio ideale, del desiderio della "rivincita", del poter cogliere l'occasione per uscire finalmente dalle secche dell'isolamento, del poter evadere una volta per tutte dalla "riserva indiana" i "vertici" di talune formazioni sono stati mossi da un nemmeno tanto celato "tornaconto personale". La litigiosità su motivi futili come il simbolo da presentare o la posizione nella lista, l'eccessivo personalismo di taluni/e hanno vanificato una possibilità che, se colta appieno, avrebbe potuto mobilitare tante tante energie che invece sono rimaste ferme, comprensibilmente ancorate ad una diffidenza più che giustificata dopo anni di dominio rautiano orientato unicamente alla conquista di vantaggi economici personali e familiari.
Nessuno del resto può nasconderselo o far finta di non vedere. La maggior parte delle forze dell'area nazionalpopolare erano e sono ancora fuori dai gruppi ufficiali. Forze che si chiamano MNP, Cuib Mantakas, Ciaoeuropa, Amici del Tricolore, Fasci del Lavoro, Comunità Militante Tiburtina, Comunità comasca, VFS, tanto per fare i primi nomi che ci vengono in mente. Forze che non sono state coinvolte in un'azione politica perché qualcuno ha preferito giocare di minima per non dover correre il rischio di dover fare qualche passo indietro. Cosa che si è abbondantemente vista in una campagna elettorale fiacca, con pochi manifesti, condotta tra la gente con una visibilità affidata al solo messo televisivo. Di certo con una campagna di presenza militante e di comizi nei quartieri, nelle borgate, tra la gente più diseredata e scontenta, i risultati sarebbero stati molto più gratificanti. Ma questo non è stato perché i "vertici" di cui sopra hanno temuto i "disturbatori".
Ed ancora buona parte dell'area, con tutta la simpatia che pure ha suscitato Alessandra Mussolini, non ha gradito di essere messa a disposizione della nipote del Duce che, dopo Fiuggi, è restata ben nove anni in Alleanza Nazionale. Nove anni bui in cui sono maturate le scelte più antifasciste e scellerate del partito di Fini, diventato nel tempo non solo il tempio del liberismo ma addirittura la sezione italiana del Likud di Sharon. Come ebbi modo di dire nel corso del comune comizio al Teatro Nuovo di Milano, certamente tutti avevamo apprezzato la fuoriuscita di Alessandra da AN dopo le infami dichiarazioni di Fini in Israele, sottintendendo però che né questo, né il suo cognome, sarebbero bastati a farla diventare il leader di un'area così composita e complessa come la nostra. Un'area che in quei nove anni ha collezionato lotte splendide ed esaltanti ma anche tante sofferenze e umiliazioni. A guardar bene però nemmeno Alessandra è colpevole più di tanto perché il suo voler imporsi è umanamente giustificato. La responsabilità nella "deviazione" che si è verificata è piuttosto di chi ha voluto osannarla eccessivamente o considerandola, una "gallina dalle uova d'oro" (leggi rimborsi elettorali) o una novella Giovanna D'Arco, venuta a guidare le nostre schiere tanto numerose quanto disordinate e frammentate. Più giusto e corretto sarebbe stato che la Mussolini avesse occupato un posto da militante tra tanti. Ci domandiamo allora cosa succederebbe se domani da AN uscissero Buontempo o altri. Tutti a corrergli dietro???
Ancora ci tornano in mente gli appelli lanciati da chi scrive insieme a personalità ragguardevoli della nostra comunità umana, come Rutilio Sermonti, Tommaso Staiti, Enzo Erra, Nando Ventra, Filippo Giannini, appelli disinteressati e finalizzati unicamente a promuovere un rafforzamento della coalizione, a darle connotati più seri ed efficaci. È un fatto che se Luca Romagnoli della Fiamma Tricolore ebbe a rispondere prontamente, rendendo disponibile il suo partito al progetto unitario di tutta l'area (cfr. la lettera di Romagnoli da noi pubblicata nel precedente numero di “Orientamenti”), di altri attendiamo ancora una presa di posizione ufficiale. Diciamo queste cose, sia ben chiaro, senza alcun rammarico, ma già guardando ai nuovi appuntamenti ai quali tutti dovranno/dovremo essere presenti per la costituzione di un unico comune fronte di lotta.
Per noi del Movimento Nazional Popolare l'obiettivo principale resta la costruzione del Movimento Unitario. Data la mancanza sostanziale di differenze di linea politica tra le varie formazioni -anche la Fiamma Tricolore sta rivedendo la linea del riposizionamento e degli accordi con il Polo, processo cui va comunque impressa un'accelerazione- non possiamo accettare che siano le incompatibilità personalistiche e frenare il processo unitario. Se poi i tempi non sono ancora maturi per un unico Movimento, che almeno si cerchi la strada della Confederazione, una Casa Comune in cui ogni gruppo potrà conservare la propria autonomia organizzativa, mettendo le proprie forze a disposizione di una sinergia vincente. I mesi che abbiamo davanti saranno ben spesi solo se si saprà lavorare in questa direzione e a questo obiettivo. Il prossimo anno ci saranno le elezioni regionali e, esclusa qualunque forma di appoggio alla neonata Lista Storace, ulteriore camuffamento del Polo in crisi e sempre più abbandonato dai suoi elettori, nessuno può pensare, se vuole presentarsi, di poter correre da solo, né la Fiamma né tanto meno il gruppo di Alternativa Sociale e del resto, anche se queste due formazioni troveranno alfine un'intesa, non potranno fare a meno di cercare il sostegno delle altre energie dell'area. Le soglie di sbarramento diverse da regione a regione e oscillanti tra il 3 e il 5 % dovranno indurre anche i più ostinati ad una riflessione. Nel 2006 poi ci saranno le elezioni politiche che saranno davvero il nostro banco di prova. Là si vedrà se siamo in grado di esprimere una forza politica seria e credibile, propositiva con uomini e programmi o se siamo solo in grado, come dice il valido camerata agrigentino Nino Amato, di giocare allo scambio di figurine. La riforma elettorale che si annuncia e che potrebbe segnare un ritorno al proporzionale non deve trovarci impreparati. Alternative non ce ne sono. Se non si punterà alla Confederazione, molti saranno ancora tentati dalla umiliante politica del ricatto al Polo in cambio di posti/briciole o, tutt'al più avremo mandato due deputati a Strasburgo, facendo la loro fortuna personale fino a quando dura, ma di certo non avremo reso un buon servizio all'Idea. Per questa ragione già nelle prossime settimane il MNP si farà carico di chiamare ancora una volta tutti intorno ad un tavolo. Nessuno, ripetiamo nessuno, potrà allora sottrarsi alle proprie responsabilità.

Nicola Cospito