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Indice Orientamenti

 

Anno V - 2002 - n° 3-4

Sommario:
 

Una sola idea, un solo Movimento  * Nicola Cospito

L'armadio, la marmellata e... "il popolo bue" * Alberto M. Mariantoni

Considerazioni sulla Labrys e il Fascio * Andrea Monastra

A proposito di una recente legge * Nando Ventra

Kali-Yuga e Resistenza Tradizionale * Luca Valentini

Berto Ricci e Nicolino Bombacci * Bruno Rassu

Il suicidio della libertà * Alessandro Mezzano

A proposito de "La diagnosi e la cura" * Nando Ventra

Realtà e fantasia a confronto * Filippo Giannini

Mugiahidin nella valle del Po * Claudio Mutti

A.A.A. Attenti al mobbing * Enzo Schiuma

Blair: Niente di nuovo sotto il sole * Danilo Zongoli

"Il linguaggio della politica" * Fulvio Roccatano

Recensioni e Segnalazioni

La Grabert Verlag, una coraggiosa e valida casa editrice tedesca

 

 

L'EDITORIALE

Una sola Idea, un solo Movimento

Nicola Cospito

 

Sono passati quindici mesi da quando insieme a tanti camerati abbiamo costituito il Collegio Unità per la Costituente con il proposito di promuovere l'unificazione dei gruppi nazionalpopolari, nazionalrivoluzionari o fascisti tout court, chiamateli come volete, in un unico Movimento Politico. Lo abbiamo fatto perché mossi dalla ferma convinzione che le nostre idee, se pure vittoriose sul piano morale e, ormai si può dire, anche storico, hanno bisogno di darsi uno strumento politico credibile e convincente, capace di opporsi con efficacia all'arco liberista di destra, di centro e di sinistra e di prospettare al Paese e all'Europa tutta una maniera diversa di concepire l'economia, la società, il futuro nel suo complesso.

Abbiamo raggiunto sicuramente alcuni risultati positivi, ma il cammino -sarebbe ingiusto e scorretto nascondercelo- si è rivelato faticoso sin dal primo momento perché ha dovuto fare i conti con un frazionismo pernicioso quanto sterile, seguito alla diaspora della Fiamma Tricolore, caratterizzato per di più da un incomprensibile e ingiustificato individualismo e autocompiacimento di decine di gruppi e gruppetti prigionieri loro malgrado di un piccolo cabotaggio che non sposta di un millimetro i rapporti di forza con l'avversario.

Nel corso di questi quindici mesi i rappresentanti del Collegio hanno organizzato incontri e riunioni, convegni e conferenze, senza peraltro trascurare la presenza in piazza -ricordiamo la bella manifestazione unitaria di piazza Farnese a Roma e quella di Ostia- miranti a stabilire con i gruppi, i circoli culturali ma anche i singoli militanti, nuovi rapporti fondati sul rinnovo del patto cameratesco e su una rinata fiducia tra quanti avvertono l'enorme responsabilità storica di non vedere soccombere l'Idea che fu di Benito Mussolini e degli eroici combattenti della RSI sotto il peso del tradimento di Fiuggi prima e della degenerazione rautiana dopo.

Che a riguardo della nostra azione non si tratti di una semplice testimonianza è dato dal fatto chiarissimo che la storia continua a darci ragione, dimostrando la bontà delle nostre tesi, delle nostre analisi e delle nostre proposte. Ogni giorno di più.

Noi siamo quelli che mettono in discussione il presente assetto geopolitico mondiale troppo squilibrato a favore degli Stati Uniti d'America che in maniera sempre più sfacciata ed arrogante perseguono una politica imperiale in grande stile, incuranti dello sconquasso che hanno creato con una situazione internazionale sempre più pesante e carica di tensioni e di odi. Personaggi come il Presidente degli Stati Uniti George Bush, il capo del governo israeliano Ariel Sharon e il premier britannico Tony Blair hanno costituito negli ultimi due anni una grottesca trimurti guerrafondaia che sta mettendo ogni giorno di più a rischio la pace mondiale con discorsi farneticanti e violente provocazioni di cui i governanti europei, fatte poche eccezioni si stanno rendendo irresponsabilmente complici.

E del resto la storia ci da ragione anche davanti alla situazione interna del nostro paese avvelenata dalla corruzione e dal liberismo più sfrenato, con un governo formato da personaggi discutibili e soprattutto incompetenti, incapace sotto il profilo sociale ed economico e largamente compromesso sotto quello morale per la sua politica legislativa scandalosa a proposito della giustizia (legge Girami), della scuola (una riforma sbagliata dopo l'altra), privo di una seria politica estera. Il governo Berlusconi non è stato capace, o addirittura non né ha proprio avuto la volontà, dopo l'introduzione della moneta unica, di calmierare e tenere sotto controllo i prezzi degli alimenti, della benzina, delle assicurazioni, delle tariffe elettriche, dello stesso abbigliamento, mentre l'inflazione ha ricominciato a salire e il potere d'acquisto dei lavoratori a reddito fisso è diminuito vertiginosamente a vantaggio delle grandi consorterie speculative e dei potentati vari che hanno scatenato un aumento del costo della vita senza precedenti. Un modo di agire che, ripetiamo, al di là delle dichiarazioni di intenti improntate ad una demagogia truffaldina e vergognosa, sta portando il paese verso un collasso che verrà pagato come sempre dalle fasce più deboli della popolazione. Con l'introduzione dell'euro gli italiani si sono trovati costretti a fare i conti non con l'aumento dei prezzi ma con il loro raddoppio.

Il governo del Polo ha trovato proprio nella Lega di Bossi il suo puntello e il suo cane da guardia. Mentre Maroni nella scorsa primavera si è perfettamente allineato con le esigenze del padronato sulle modifiche all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, è ora il turno del ministro della Giustizia Castelli, personaggio di basso livello e di scarse capacità, uomo di punta di Bossi, che non esita a farsi da parte per lasciare campo libero alle manovre di Previti, Dell'Utri e Berlusconi, manovre tese, come tutti ben sanno, a sottrarsi ai regolari processi giudiziari. La legge Girami è una mostruosità giuridica degna davvero della proverbiale repubblica delle banane. Bossi si è ormai rivelato per quello che è: un convitato di pietra al tavolo dei forchettoni di sempre che stanno sfornando una dopo l'altra leggi e leggine tali da favorire i propri interessi.

E questo mentre l'opposizione, inefficace in parlamento, è costretta ad affidarsi ai girotondi macchiettistici di Moretti e compagni che, come ben si sa, non risolveranno un bel niente. Da tempo la sinistra, sfiduciata dagli italiani, ha mostrato tutta la sua crisi interna di portata storica, in preda ad una rissa continua di personalismi vanagloriosi e priva di un qualunque progetto credibile.

E proprio qui si pone la questione. La questione della nostra doverosa presenza politica per denunciare le malefatte e gli errori del governo liberista, per smascherare gli inganni della globalizzazione e del mondialismo. Per evidenziare che l'alternativa al sistema esiste e siamo noi con i nostri ideali di Stato Nuovo, di Giustizia Sociale e Solidarietà, di identità nazionali ed Europa dei Popoli. Per sottrarre il mondo all'americanismo e allo sfruttamento in nome dello sviluppo sostenibile e della riconversione ad una economia mista che privilegi gli investimenti pubblici senza penalizzare il privato, ma in grado di esercitare il giusto e severo controllo sul mondo della finanza e sulle sue speculazioni usuraie. E tutto questo all'insegna di una visione spirituale della vita e del mondo.

Idee queste che ritroviamo nei programmi di tutti i nostri gruppi, di tutte le formazioni della nostra area, dal Fronte Sociale Nazionale a Forza Nuova, dal movimento VFS ai Fasci del Lavoro di Mantova, da Gioventù Universitaria ai camerati della Comunità Umbra per arrivare alla Comunità Tiburtina e alle decine di realtà militanti esistenti sull'intero territorio nazionale. Mentre in Europa da un anno a questa parte i cosiddetti movimenti populisti hanno fatto parlare di sé facendo tremare i potenti, pensiamo all'Austria, alla Francia, all'Olanda, al Belgio, in Italia, culla della rivoluzione nazionale del XX secolo siamo rimasti fermi, prigionieri di divisioni e frazionismi che non portano da nessuna parte e rischiano invece di farci morire lentamente. È legittimo chiederci se questa è la via più saggia, se questo è davvero quello che vogliamo.

E allora ecco il momento delle scelte improcrastinabili, inrinviabili. Dimostrando di amare l'Idea più che noi stessi e di concepire la nostra battaglia politica come una missione di Civiltà e non come un passatempo o un appagamento personale, dobbiamo avere il coraggio e la determinazione di costruire con impegno il Movimento Nazionalpopolare di tutti i militanti. Ce lo chiede ogni giorno la gente stanca di essere turlupinata e vilipesa dal sistema degli affari e dei più furbi. Ce lo chiede la Vecchia Europa stanca del vassallaggio verso USA e Israele, due potenze malefiche che stanno portando il mondo verso il baratro. Ce lo chiedono i paesi sfruttati dal liberalcapitalismo e affamati dai paesi ricchi.

Non c'è più tempo per esitazioni e incertezze. Dobbiamo riprenderci la rivincita sui traditori di ieri e di oggi. Dobbiamo organizzarci. Perché il domani appartenga a noi dobbiamo rimboccarci le maniche per conquistarcelo. Ecco dunque la parola d'ordine per la buona battaglia: Una sola Idea, un solo Movimento!

 Nicola Cospito